15.10.08

Lo schianto

A volte le parole non hanno altro fine che essistere per essere buggie. Sono ferramenta per construire mondi di fantasie appoggiati sopra il vento. Tanti mondi che abitiamo a la voglia del tempo per non capirgli mai e vivergli cosí anche a voglia della nostra paura. E allora io, anche se ti parlavo con silenzi che spogliavano l´aria nella tua stanza e ci spaventavano i sogni, adesso ti parlerei, con le parole che costruiscono questo mondo nostro dove oggi la tua pelle di velluto mi manca ogni giorno di piú e per addormentarmi ho bisogno del tuo odore e per svegliarme ho bisogno della tua voce, di tuoi occhi per credere, e di te per sorridere. E se mi ascoltassi diresti "anchio, amore" e con quello mi faresti il mare di questo mondo, il mare che é bello, immenso e pericoloso giacché il cielo l´ho fatto io e mi sono dimenticata di farlo piovere... Ma sono soltanto parole, parole nel undicesimo, il quindici del decimo... Parole mie, parole tue, parole nostre forse sempre senza parlare.

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